Riabilitazione delle funzioni esecutive

RIABILITAZIONI DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

“Il termine "funzioni esecutive" si riferisce a processi cognitivi integrativi che determinano il comportamento finalizzato e diretto dallo scopo. Le funzioni esecutive sono superordinate a processi cognitivi più di base come l'attenzione e la memoria. Mediante il coordinamento e la supervisione dei sottesi processi emotivi, comportamentali e cognitivi, le funzioni esecutive permettono l'esecuzione ordinata delle attivitá della vita quotidiana.

Queste funzioni integrative includono l'abilitá di formulare scopi, risolvere problemi, anticipare le conseguenze delle azioni, pianificare e organizzare il comportamento, iniziare comportamenti rilevanti, e monitorare e adattare il comportamento per adeguarlo ad un particolare compito o contesto.” (Haskins e al.; 2012, p.19)

“I disturbi delle funzioni esecutive sono anche associati alle menomazioni dell’autoregolazione comportamentale ed emotiva, ai processi metacognitivi (es. l'automonitoraggio, la consapevolezza e

la capacità di correzione dell'errore, la capacità di insight). (Cicerone e al. 2000).

Un disturbo delle funzioni esecutive si manifesta più probabilmente in situazioni nuove o poco familiari per il paziente. Le funzioni esecutive sono necessarie per adattarsi alle deviazioni dalle routine stabilite, reagire ad eventi inaspettati, o correggere errori (Godefroy e Rousseaux, 1997).

In generale gli interventi riabilitativi sui disturbi delle funzioni cognitive acquisite si possono basare sul tentativo di restituzione della funzione menomata a partire da input sensoriali e motori (interventi così detti bottom-up), e/o sull’acquisizione di strategie di compenso degli stessi disturbi (interventi così detti top-down), che si fondano sullo sviluppo, dove possibile, di abilità metacognitive.

La riabilitazione delle funzioni esecutive si basa principalmente sull’insegnamento di abilità metacognitive che possano essere generalizzate a diverse situazioni.” (Haskins e al.; 2012, p.19)

“La responsabilità della selezione ed applicazione delle strategie compensatorie dipende dalle scelte effettuate dal team riabilitativo, nella speranza che il paziente possa divenire capace di utilizzare queste compensazioni indipendentemente, con l’adeguata pratica.

Un disturbo delle funzioni esecutive può limitare, almeno nella prima fase, quanto un paziente sia in grado di partecipare attivamente nella selezione ed implementazione delle strategie compensatorie.

La scelta e l’applicazione delle adeguate compensazioni implica infatti che sia presente un certo grado di consapevolezza da parte del paziente – sia auto-consapevolezza che consapevolezza della

situazione – la quale può essere compromessa in seguito a diverse patologie neurologiche, come ad esempio dopo un TCE (trauma cranico encefalico).” (Haskins e al.; 2012, p.19)

Goal management training

L’obiettivo primario del GMT è quindi addestrare i pazienti ad arrestare il comportamento in corso allo scopo di definire le gerarchie di scopi (Duncan e al.,1996) e monitorare la prestazione. Questo viene realizzato attraverso l’utilizzo di materiale di istruzione, compiti interattivi, discussione delle difficoltà dei pazienti nella vita quotidiana e assegnazione di compiti per casa.

Nei pazienti più compromessi può essere utile, oltre a quanto di seguito riportato, l’utilizzo di cosi detti content free cues (suggerimenti esogeni, ad es. allarme sonoro) i quali possono servire come ausili dell’attenzione sostenuta nei pazienti con deficit a questo livello. Quando possibile l’addestramento può prevedere un passaggio graduale dall’uso di cues esterni all’uso di auto-suggerimenti (cues interni).

Per le fasi di baseline e post-test vengono utilizzati, in versioni parallele, tre test carta-e-matita, una delle quali viene utilizzata anche durante il training (Levine e al., 2000):

1. Correzione di bozze (proof reading);

2. Raggruppamento (grouping);

3. Disposizione della stanza (room layout).

Il training prevede anche l’esecuzione e il monitoraggio di attività della vita quotidianaconcordate con il paziente (es. cucinare un primo piatto).